Osservatorio su economia salute,italiani indietro per stili vita
'Ma per governi la prevenzione sarebbe meno onerosa di malattie'
Dalla dieta scorretta al fumo, sono ancora tante le cattive abitudini che ci fanno ammalare e gli italiani non sono promossi a pieni voti sul fronte degli stili di vita. Lo evidenziano gli esperti in occasione del lancio dell'Osservatorio sull'economia della salute pubblica per il cambiamento del sistema sanitario italiano, fondato dall'Alta scuola di economia e management Altems. Nonostante i benefici ben documentati della dieta mediterranea, ad esempio, solo il 5% degli italiani ha consumato la dose giornaliera raccomandata di frutta e verdura nel 2023. Ed ancora: il consumo nocivo di alcol costa all'economia globale il 2,6% del Pil ogni anno e in Italia le malattie legate all'alcol provocano ogni anno oltre 42mila ricoveri ospedalieri. Inoltre, il 39% degli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha consumato almeno una volta sostanze illegali. Eppure, rileva l'Osservatorio, anche se molte condizioni di salute sono prevenibili, i governi destinano la maggior parte delle risorse al trattamento delle malattie piuttosto che alla loro prevenzione. Da qui la linea indicata dal nuovo organismo: "Invece di aspettare che le persone sviluppino malattie croniche per poi prescrivere costosi farmaci, gli investimenti dovrebbero essere orientati verso programmi di salute pubblica completi, volti a promuovere stili di vita più sani. Le misure preventive, come la promozione dell'esercizio fisico, la riduzione dell'inquinamento atmosferico e il miglioramento della nutrizione, richiedono infatti un investimento inferiore rispetto alla gestione di malattie avanzate". Affrontando i fattori di rischio alimentari in anticipo, ad esempio, i sistemi sanitari possono ridurre la necessità di interventi costosi, come la terapia insulinica per il diabete o la chirurgia cardiaca per malattie avanzate. La prevenzione del cancro è un altro ambito in cui l'intervento precoce risulta più efficace. Le politiche di controllo del tabacco, la diffusione dei vaccini contro l'Hpv e l'epatite B possono ridurre drasticamente l'incidenza di tumori prevenibili. Tuttavia, "gli sforzi attuali spesso si concentrano sullo sviluppo di farmaci costosi, trascurando misure preventive semplici. Investire in programmi di prevenzione, come campagne per smettere di fumare o iniziative di vaccinazione - conclude l'Osservatorio - è molto più conveniente rispetto al finanziamento di anni di chemioterapia, radioterapia e cure palliative".
F.Cornelis--LCdB